PERCHE’ STORIE BAMBINE
I bambini e le bambine che abitano i nostri contesti, i nativi digitali, sono pronti per giocare le regole dell’attualità, sono tecnologici competenti, smaliziati piccoli adulti. Spinti ad essere adultizzati dovrebbero poter essere bambini, solo bambini, bambini e basta. Per questo è necessario avvicinarsi all’infanzia con uno sguardo autentico e sincero ,facendo leva sulla passione per l’incanto che si svela negli occhi di un bambino quando ascolta una storia un momento unico e speciale che fa dell’adulto l’accompagnatore e il custode . Purtroppo narrare una storia a un bambino è un atto raro che trova poco spazio nei palinsesti educativi.
Sono sempre meno i momenti di condivisione dell’atto narrante e anche l’incontro con i libri viene vissuto con titubanza dagli adulti. Spesso questa funzione affabulatoria viene delegata ai media. Dobbiamo allora lavorare per ridare smalto al contatto comunicativo reale e non virtuale, autentico e non analogico, che spinga a ritrovare l’intesa con la parola ascoltata con la voce sentita. Ed è questo che abbiamo voluto creare: un’occasione per ritrovare i fili di un rapporto magico grazie alla narrazione e all’emozione dell’ascolto.
Lo
abbiamo chiamato Storie Bambine, un festival di emozioni e di
narrazioni dedicato i bambini. Ma un po’ anche agli adulti.
La caratteristica unica della mia formazione è quella di mantenere sempre in prima linea vuoi per “formae mentis“ o perché la considero una chiave “magica” la Narrazione o per meglio dire il pensiero narrativo. Ricordo che Bruner ripeteva spesso che noi “siamo fatti di storie”.