Raccontare per conoscersi
Secondo l’ultima filosofia di pensiero una delle caratteristiche della lettura è quella di essere immersiva, vale a dire quando leggiamo qualcosa che ci appassiona ci caliamo dentro i mondi proposti dal libro. Essi ci appaiono così vividi che ci pare di abitarli e poi dentro il libro ci capita magari anche di vedere qualcosa o qualcuno, ci succede di trovare un luogo dove rifugiarci e di fare amicizia con un personaggio fantastico.
Dentro la lettura è possibile incontrarsi, conoscersi e riconoscersi. E’ un idea sicuramente poetica ma nello stesso tempo realistica e mi chiedo, allora, che tipo di identificazione agisca durante la narrazione. Il narrare è un atto antico che si rinnova ogni volta è un portare in “vita” attraverso la voce, il corpo la storia e i suoi protagonisti. La voce diventa l’alleata più preziosa per “far uscire” dalla storia un personaggio, basta un accento, una sfumatura una pausa e se ne definisce il carattere, il piglio, la personalità.
L’arte della affabulazione ci permette di “vedere” i luoghi, e gli eventi del racconto e questo è l’incanto narrativo, il gioco del “rimandare dentro” e “tirare fuori” dalla storia ogni evento e tutti quelli che ne fanno parte. E’ un gioco che non si esaurirà mai, fin che si avrà voce.
Nella sezione dedicata alla narrazione presenteremo gli adattamenti che fanno da incipit per le narrazioni. Suggerimenti e consigli su come narrare un particolare testo faranno da corollario ad ogni adattamento.