
Esercitazioni narrative
Raccontare la storia di Camilo Ramon de Peto Camacho fin dalle prime battute si rivela divertente. Il piccolo Camello ha una voce che deve svelare la sua paura e la preoccupazione per la sua sorte, tono basso parole distanziate. Visto che lo zoo si trova a Madrid, ho fatto in modo che l’orango Pablo Luis Garcia pronunciasse qualche parola spagnola, magari con un tono di voce piuttosto sostenuto. La giraffa Pilar consolatrice e accudente ha una voce calda che denota calma e saggezza. La parte finale che rappresenta il clou del racconto va narrata senza fretta soffermandosi sula descrizione dell’evento del “venerdi” con tutti i suoi particolari odori e umori. Il finale deve celebrare il ritorno a casa e la gioia del ricongiungimento, toni alti timbro di voce enfatica.
questo libro merita una narrazione a più voci, ci sono diversi personaggi anche se di contorno. Le voci si devono distinguere magari occorre giocare sui diversi accenti e caratterizzare ogni persona. La bambina protagonista, Myriam l’ho immaginata curiosa, ma petulante, testarda ma decisamente piena di risorse con una capacità di riflessione e di introspezione notevole, quindi con un timbro di voce che chiamo “elettrico”, a scatti con improvvisi scatti di tonalità dal lamentoso all’attento e curioso.
Questo libro si porta dentro un tema importante come quello del lutto e della sua elaborazione. Non ci sono tantissimi dialoghi , è un resoconto introspettivo di questo “viaggio” nel dolore e nella sua accettazione da parte di Stella la bambina protagonista. C’è questa figura immanente del padre che viene evocato e ricordato, a cui la bambina si rivolge spesso. Inoltre la narrazione è intervallata da concetti scientifici, comprovate teorie sullo spazio e sui buchi neri. Nell’adattamento che inserirò sul sito successivamente, ho suddiviso la narrazione in parti e conto molto sulla musica per immergersi nelle emozioni della storia. Una bella sfida non facilissima.